Dove la lunga dorsale del Gran Sasso va a morire.

Monte Cappucciata


Ci sono passato sotto molte volte andando in auto verso Pescara e spesso mi son chiesto che nome avesse quella montagna dalla forma semplice ed elegante che probabilmente non doveva essere altissima in assoluto ma che si ergeva quasi verticale per centinaia di metri incombendo sulla vallata che stavo percorrendo e così, alla fine, mi sono concentrato sul nome e sulle vie di accesso: si trattava del Monte Cappucciata, l’ultima quota importante della dorsale del Gran Sasso sul versante che scende verso valle del fiume Pescara nei pressi di Bussi, la montagna di confine al limite meridionale del Parco. Al Monte Cappucciata si può salire da più versanti e qui è proposta la passeggiata che parte dal borgo di Valle Santa Lucia degli Abruzzi che con una lunga e gradevole camminata conduce fin sulla quota massima di 1.802 metri. Si tratta di un percorso estremamente semplice ma molto gratificante, sempre panoramico sui due versanti dell’aquilano e del pescarese, lungo la dorsale sommitale che percorreremo corre infatti proprio il confine tra le due province: monti ancora innevati da un lato, verdi colline coltivate fino al mare Adriatico dall’altro. Si lascia l’auto subito fuori dall’abitato di Valle Santa Lucia nella direzione di Castel del Monte, in corrispondenza di una stradina asfaltata per i primi cinquanta metri che poi diviene subito ampia sterrata e descrive un lungo traverso sul versante sud-ovest della montagna: questo primo tratto, a dispetto dell’essere un rettilineo di qualche chilometro di strada bianca, è molto piacevole da percorrere per il panorama sempre più ampio sulla vallata sottostante dove sono distribuiti diversi bei borghi tra cui risalta Capestrano. Si prosegue per un’ora circa di comodo cammino con visuale piena sul Sirente mentre il Monte Bolza alle nostre spalle appare in una prospettiva inusuale per chi solitamente è abituato a vederselo davanti transitando per Campo Imperatore. Si procede lungamente fino a giungere ad una vasta sella prativa alla quota di 1.370 metri che si supera per portarsi sul versante opposto dove improvvisamente si apre la visuale fino al mare Adriatico ed al massiccio della Majella. La sterrata termina sul valico in corrispondenza dello stradello asfaltato che sale da Brittoli che si segue in salita fino a lambire un ostello per la gioventù in stato di abbandono: a ben guardare si tratta di un edificio ampio e di buona fattura disposto in una posizione magnifica a 1.400 metri di quota, affacciato su una vallata profonda ed avendo di rimpetto la Majella che si osserva quasi per tutta la sua interezza. Deve essere stato proprio un posto eccezionale per poter sostare, magari fermarsi a dormire, prima di intraprendere qualche escursione, ma ora è in disuso e di conseguenza purtroppo bersaglio degli abituali atti di vandalismo … un vero peccato! Superato l’ostello lo stradello asfaltato compie un paio di tornanti e termina in corrispondenza di una sbarra dopo di che torna ad essere una sterrata che prosegue in piano in direzione nord, quindi si guadagna un pò di quota con un paio tornati e si raggiunge uno slargo a circa 1.500 mt dove la sterrata termina nei pressi del bosco che riveste il fianco della montagna in località Cannatina; dallo slargo si prende una traccia evidente in direzione ovest che in breve conduce sotto la dorsale che sale alla cima della Cannatina ed entra nell’omonimo bosco dove iniziano a comparire le bandierine bianco-rosso dei segnavia. Si prosegue sempre lungo una traccia di sterrata fino ad una radura a quota 1.600 in cui alla nostra sinistra (segnavia evidente su un masso) si stacca il sentiero che sale verso la dorsale e conduce alla cima del Monte Cappucciata: si prosegue dapprima nel bosco e si esce dopo poco allo scoperto in prossimità della quota massima della Cannatina (1.785 mt), un piccolo pronunciamento roccioso che risalta appena dall’ampia dorsale prativa. Da questo punto già si vede a distanza la meta finale della nostra camminata indicata da un vistoso pilone trigonometrico. La cima si raggiunge in breve superando un avvallamento dopo di che si risale un dosso che costituisce la massima elevazione dell’escursione; siamo infatti arrivati alla quota 1.802 del Monte Cappucciata completando una camminata di circa dieci chilometri e superato un dislivello di 900 metri che però non si sente affatto grazie all’estrema gradualità della salita ed alla panoramicità dell’intero percorso. Dalla cima del monte Cappucciata si ha una bella panoramica sul tratto del Gran Sasso che va dal Corno Grande giù fino al Vado di Sole ed anche la Majella si nota benissimo in molti suoi particolari, come pure si osservano le cime del complesso Sirente-Velino: insomma pur se da una quota non così tanto elevata il panorama è molto remunerativo visto che attorno non ci sono ostacoli che si frappongono e la vista può spaziare libera verso ogni direzione. Per il ritorno si può percorrere la medesima via dell’andata (se si vuole abbreviare un poco c’è un sentierino che dallo slargo a quota 1.500 scende diretto al valico). In sintesi questa salita al Monte Cappucciata costituisce una camminata non breve (sono poco meno di venti km tra andata e ritorno) ed un buon dislivello che però non pesa affatto vista la costante gradualità della salita e poi perchè si procede sempre allo scoperto e quindi con tante interessanti visuali sui territori circostanti.